mercoledì 21 ottobre 2020

Scorciatoie pericolose


Negli anni '70 del secolo scorso Kahneman e Tversky scoprirono un modello di pensiero molto sottile, ma enormemente intuitivo e sintetico che influenza il comportamento umano: le euristiche, ovvero scorciatoie mentali. 

In sintesi per ragioni di affaticamento mentale siamo portati a sintetizzare la realtà non in modo matematico, ma in modo conveniente al nostro modo di pensare, giustificando gli avvenimenti in modo semplicistico e spesso mettendo in gioco vere e proprie assurdità (come casi fortuiti o superstizione). Banalmente, se sono abituato a prendere l'auto per andare al lavoro sono propenso a pensare che l'auto funzionerà sempre e non prenderò mai in considerazione un guasto improvviso nel mio normale modo di pensare (salvo poi pensare alla sfortuna o all'oroscopo se rimango per strada, senza pensare che un corretto piano di manutenzione avrebbe evitato il guasto). Le sfumature euristiche sono talmente affascinanti e semplici da influenzare praticamente tutti gli individui. 

Le scorciatoie di pensiero mi sono venute in mente proprio in occasione di questa seconda ondata di epidemia da corona virus. La maggior parte della popolazione avverte come lontana l'ipotesi di essere contagiati, tanto che si è creduto a molti dei proclami che qualche negazionista portava avanti per ignoranza o per calcoli politici. Molti non ritenevano possibile una seconda ondata di epidemia, tanto che gli stessi responsabili non hanno ritenuto opportuno rinforzare le strutture di emergenza. E nonostante sia ormai chiaro che vi sarà una nuova massiccia epidemia si fa fatica a mettere in atto comportamenti responsabili di auto protezione. Le euristiche hanno preso il sopravvento. "Andrà tutto bene!" è talmente dentro di noi da non considerare possibile che il virus ci possa toccare. Ma l'epidemia è solo un esempio. Siamo talmente immersi in una società consumistica da non ritenere pensabile poter fermare o quantomeno cambiare il nostro modo di vivere. Sono anni che gli scienziati fanno i "Don Chisciotte", dicendo puntualmente come un sistema basato sul consumo prima o poi si esaurisce e nonostante tutto pensiamo che "ci salveremo!". 

Le euristiche sono pericolose, eppure si rafforzano inesorabilmente fino a portarci dentro le catastrofi..... Per dirla come in un vecchio film: "Continuiamo così, facciamoci del male!"

lunedì 21 settembre 2020

Per esempio....




Dopo la prima metà del secolo scorso fiorirono una serie di esperimenti psicologici per capire la vera natura dei comportamenti dell'uomo. 
Uno di questi è stato condotto da Philip Zimbardo (https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_carcerario_di_Stanford) e ha dimostrato come basta dare un potere ad un gruppo di persone per verificare in graduale abuso da parte delle persone che lo esercitano. 
Un altro, altrettanto interessante, è stato condotto da Albert Bandura (https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_della_bambola_Bobo) ed ha dimostrato come la sostanziale ripetizione di alcuni comportamenti genera emulazione in soggetti che li guardano. 
Penso che basta guardare il comportamento attuale di molte persone per capire di come tali comportamenti continuano a segnare le cattive abitudini sociali. 
Si potrebbe concludere che alla base del benessere sociale occorre la giusta scelta delle persone a cui viene affidato un qualsiasi potere divulgativo e valutare la messa al bando di ogni video o immagine che faccia trapelare un comportamento negativo.
Una particolare attenzione andrebbe riversata soprattutto nei media e in ogni messaggio audiovisivo che viene inviato nella nostra mente. E' molto pericoloso, a livello sociale, lasciar trapelare esempi audiovisivi di comportamenti aggressivi, anche se per criticarli o stigmatizzarli. Di particolare interesse sono poi esempi di format composti da 3/5 personaggi "professionisti" che giudicano "dilettanti". Tutti questi esempi rappresentano messaggi altamente negativi che generano emulazione nella vita di tutti i giorni. 

martedì 7 aprile 2020

Sono proprio necessari i social?


Da quando ci sono i social come è cambiata la qualità della vita? 
Chi può rispondere con certezza a questa domanda? Nessuno, ma ci sono dei marker che ci inducono a valutazioni soggettive.
Personalmente penso che la qualità della vita si è abbassata, forse in modo inconsapevole, ma si è abbassata almeno per questi motivi:

1) molte famiglie si sono dissolte come neve al sole, si è vero, forse erano già finite, ma senza i social riuscivano a produrre almeno una presenza.....

2) siamo più controllati, se facciamo una ricerca su internet per i giorni successivi siamo tempestati da annunci pubblicitari e telefonate, i nostri movimenti sono registrati, in barba ad ogni norma sulla privacy, e qualche delinquente se ne approfitta;

3) i ragazzi hanno perso ogni concetto pratico, soprattutto nei rapporti personali, non si parla più viso a viso, al massimo qualche emoticon, persino il sesso è diventato virtuale..

4) quasi tutti sembrano ormai prigionieri di una spirale che annulla ogni volontà di pianificare con passione, si fa solo il necessario per galleggiare in un mondo di doveri prestabiliti da regole poco flessibili.

No, non vedo qualità positive con l'utilizzo dei social.

“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli“. (Umberto Eco)

martedì 17 marzo 2020

Sindrome da ragionier Filini


Quanti di noi hanno avuto l'esperienza di un collega iperattivo? Quanti di noi sono stati coinvolti in iniziative continue, solo perchè si organizzava in modo invadente a nome di tutti? E' la sindrome da ragionier Filini, disturbo psicologico comune, resa pubblica dalla genialità di Paolo Villaggio magistralmente interpretata da Gigi Reder. Il ragionier Filini è la trasposizione dell'ADHD in chiave adulta, una iperattività prorompente, assoluta, senza possibilità di contraddittorio, invasiva. Persona capace di attaccarsi ad ogni potenziale appiglio che gli possa consentire un seguito interessato e non contestabile. E' quello che fa i moduli. E' quello che alimenta la burocrazia. E' quello che stampa tutto. Oltre a ciò crea iniziative che piacciono a chi ha potere o ad una parte politica incline alla beneficenza e dalle quali è difficile, se non impossibile, sottrarsi. Spesso il "ragionier Filini" di turno è interessato a farsi notare. E' quello che attira più lavoro per tutti, che dirige, che coordina. Per non parlare di cene o ritrovi. Psicologicamente è a metà strada tra il disturbo istrionico di personalità e le teorie sul gruppo di Gustav Le Bon / Sigmund Freud / Kurt Levin. La massa è sempre alla ricerca di una guida ed è questa la forza del ragionier Filini, una logica comoda, paciona, ma che rischia di trasportarci verso un'incapacità di reclamare la nostra libertà, di andare controcorrente, di rimanere avvinghiati in una ragnatela organizzativa. Un appello a tutti i "Filini" in lettura: concentrate il vostro piacere su di voi, evitate di guardare gli altri come "compagni", a molti piace vivere la propria vita da soli in autonomia.

lunedì 9 dicembre 2019

C'era una volta l'esaurimento nervoso


Si scopre oggi un termine, sempre più di moda, il "burnout" ovvero l'esaurimento nervoso provocato da stress correlato a lavoro. In realtà il termine era già conosciuto alle persone che avevano famiglia e la maggior parte degli esaurimenti nervosi, fino a qualche tempo fa, era provocato dal cambiamento di ritmi imposti dalla nascita di un figlio. Oggi no, oggi è il lavoro che ci colpisce a tradimento e, quasi naturalmente, le famiglie si dissolvono nelle nebbie dei nostri vuoti familiari.
Fare carriera per molti è più importante della propria serenità. Nei posti di lavoro si assistono a vere e proprie guerre di successione con tanto di agguati che niente hanno a che vedere con lo svolgimento di un compito per produrre qualcosa, ma ricordano spesso lotte medioevali. Il prodotto principale per il lavoratore moderno si chiama "promozione" e per una promozione molti sono disposti a giocarsi la serenità inconsapevolmente. Non è una questione di soldi o di bisogni, chi si gioca la libertà per lavorare entra in una vera e propria spirale che lo attanaglia. La chimera di guadagnare qualcosa in termini di considerazione diventa più forte dei propri affetti al punto da dimenticare il proprio figlio dentro un abitacolo parcheggiato al sole. 
Non c'è solo psicologia in tutto ciò. Le politiche economiche, aziendali, le crisi, hanno cambiato la natura intrinseca del lavoro. L'aspetto umano del lavoratore non sembra interessare più a nessuno (a parte qualche psicologo idealista). 
Eppure basterebbe poco. 
Con l'attuale tecnologia una giornata di lavoro potrebbe essere di 4 ore, si potrebbe allargare il mondo del lavoro almeno al doppio delle persone attualmente occupate e si potrebbe restituire tempo alle famiglie, alla vita e perchè no, ai consumi, con guadagno per le aziende stesse e anche per la felicità di qualche bambino. 
E' l'uovo di Colombo, nessuno sembra accorgersi della soluzione a portata di mano.
E' la "sindrome di Greta", sappiamo benissimo quale è la cosa giusta da fare, ma chi ha responsabilità si guarda bene dall'attuare quelle politiche che cambierebbero veramente le condizioni imposte da un sistema suicida.

venerdì 6 dicembre 2019

Il falso potere del bullo

E' capitato a tutti di venire in contatto con un bullo, a volte la cosa è inconsapevole e si smonta da sola, altre volte lascia un segno indelebile nella personalità di una vittima.
Il bullo è un individuo che nasconde i propri sensi di colpa, dietro una maschera beffarda. Per auto-convincersi ad essere autorevole ha bisogno di esercitare un potere subdolo verso una vittima designata. La vera forza del bullo è uno sfrenato narcisismo, privo di empatia, generato da i suoi stessi sensi di colpa. I suoi atteggiamenti, spesso sessisti ed egoistici, fanno confluire verso di se altre persone (gregari), con carattere debole, che per paura di essere emarginati fanno da spalla alle sue iniziative verso la vittima designata. Il triangolo perverso bullo, vittima, gregari genera una pericolosa modalità di azione che spesso ha tragiche conseguenze psicologiche. 
Fermare il potere di un bullo non è difficile. L'arma vincente è alzare la voce. Il bullo infatti agisce nella palude omertosa dei suoi gregari, ma quando si alza la voce i gregari svaniscono e il bullo resta nudo e ridicolo. Quindi denunciare subito, illuminare la scena. Esistono varie forme di bullismo che vanno dai gruppi scolastici a vere e proprie cordate di potere in ambito lavorativo.
Contro il bullo esistono numerose organizzazioni che favoriscono l'intervento adeguato, ma se ci abituiamo tutti all'idea di alzare la voce di fronte ogni tipo di sopraffazione i bulli si sciolgono come neve al sole. Pensare al modo più idoneo di ribellarsi al bullismo è una buona regola sempre, se si reagisce subito il bullo si smonta. Occorre inoltre evitare a priori qualsiasi tipo di compromesso o dipendenza psicologica che possa frenare una reazione. Nello specifico, dare troppa confidenza a persone che si conoscono da poco, farsi fotografare o riprendere per gioco in situazioni potenzialmente compromettenti, mostrarsi debole o in cerca di sostegno. 
Il bullismo fa parte del malessere di una società egoista, ma si può combattere..

lunedì 24 giugno 2019

Il conflitto


Quando si oltrepassa il limite dell'accettabile vi sono due possibilità: o si soccombe o ci si ribella. La prima ipotesi non è generalizzata, si può scegliere di soccombere un certo numero di volte, accettando una situazione inaccettabile, ma normalmente non ci si tira indietro sempre. Il più delle volte ci si adatta in attesa di una evoluzione che avviene solo se la controparte è intelligente. Nella maggior parte dei casi ci si ribella, se non subito, dopo aver sperimentato che l'accettazione non porta alcun beneficio. Il conflitto tra le persone nasce quindi da una ribellione verso una modalità singola o istituzionale che non è lineare e non rispetta le regole. La dialettica interpersonale porta spesso a diffidare di chi si ribella in quanto il nostro status psicologico è più propenso al mantenimento di uno status quo e non vede mai di buon auspicio un conflitto. Così capita che chi di fatto ha causato una situazione inaccettabile passa da vittima di un conflitto. Col tempo però tutto cambia. La riflessione postuma riabilita quasi sempre chi si ribella (nessuno si ribella senza motivo) e il tempo restituisce la giusta visione di una situazione. 
Da tutto ciò si evincono diversi insegnamenti: 
1) non bisogna mai giudicare; 
2) non dare per scontata una buona fede millantata; 
3) informarsi sempre sui fatti; 
4) prima o poi si ribellano tutti ad una sopraffazione. Giocare col fuoco non è salutare.....

mercoledì 29 maggio 2019

Burnout ...non preoccupatevi è solo stress!


Nel rispetto di decisioni ufficiali, non sono d'accordo a definire il "burnout" un semplice fenomeno lavorativo. Probabilmente chi ha valutato la sindrome ha solo letto gli effetti senza avere mai significativamente sperimentato turni di lavoro di 8 ore e più in condizioni di criticità. Il burnout debilita le persone almeno quanto un'influenza, e per di più spesso non bastano 5 giorni di riposo e neanche una buona medicina. Chi viene colpito da "burnout" non è solo stanco, ma è avvilito da una serie di concause che rendono il lavoro inumano. Si parla di saltare riposi, effettuare doppi turni consecutivi, andare sistematicamente oltre il proprio orario. Ma non è solo lavoro. Attorno alle attività prettamente lavorative c'è un mondo strano e ingiusto che genera stress. Si possono individuare quattro macrocategorie:
1) La burocrazia: si è spesso umiliati da tutta una serie di cose che rendono il lavoro psicologicamente pesante. Innanzi tutto vi è la scarsa empatia dei colleghi burocrati che per ogni richiesta generano un labirinto di problematiche a volte veramente inutili. Ogni pratica diventa una montagna da scalare, ogni richiesta risulta umiliante. 
2) I colleghi: i cosiddetti "furbetti", quelli che evitano i turni pesanti, che approfittano di ogni scusa per assentarsi, che conoscono tutte le possibilità di usufruire assenze giustificate e che, alla fine, costringono a lavorare i soliti noti.   
3) I responsabili: spesso semplicemente incapaci, ma altrettanto spesso oberati da tanti di quei compiti che non consentono di vigilare sul corretto comportamento dei sottoposti, e "quando il gatto non c'è i topi ballano" (vedi punto 2).
4) Le cause esterne correlate al lavoro: i figli da accompagnare, il parcheggio, il traffico, la manutenzione di auto e casa, i problemi di relazione completano il quadro delle macrocategorie che generano stress.
Cosa si può fare? 
Mi sembra banale sottolineare che uno psicologo di riferimento possa rappresentare uno sfogo salutare. Oltre a questo si potrebbe alleggerire il carico di lavoro, riducendo drasticamente le ore lavorative e coinvolgendo più persone nella catena lavorativa, e inoltre controllare l'efficienza lavorativa dei singoli, ma sono solo parole al vento.....

Per approfondire:

venerdì 7 settembre 2018

La cultura del furbo


Alla base di quasi tutte le frustrazioni che colpiscono la gente comune vi sono comportamenti prevaricanti, o ritenuti tali, da parte di individui che approfittano di cavilli più o meno legali per avere privilegi. I furbi si manifestano in tantissimi modi, ma soprattutto si manifestano quando sono certi di impunità e fanno danni enormi.
Furbo non si nasce, si diventa, quando certi comportamenti sono premiati dal vantaggio ottenuto. Quasi sempre alla base della “filiera” di un comportamento prevaricante vi è una mancanza di controllo o quantomeno la tolleranza di una piccola concessione che diventa basilare per un comportamento scorretto. Vi è un certificato medico, vi è una giustificazione per qualcosa che è stato enfatizzato ad arte (una storta che viene magistralmente fatta passare per contusione o frattura, una invalidità), vi è una “assenza giustificata” legata alle tante leggi che un paese civile mette giustamente a disposizione per attività di sindacato, di accudienza di minori o infermi, vi è l’avidità di un imprenditore che “chiude” e “riapre” con lucro. Tutte queste concessioni particolari diventano, nelle mani di un “furbo”, grimaldelli da usare con destrezza per “rubare” giorni di lavoro, o sussidi economici.
Ebbene queste persone sono veri e propri generatori di frustrazioni che colpiscono una maggioranza silenziosa di persone corrette, che lavorano ogni giorno, che devono far quadrare un bilancio familiare, che utilizzano i servizi pubblici.
Cosa fare? Sicuramente più controllo nelle concessioni di qualsiasi “bonus” particolare, ma soprattutto pubblicizzare l’esempio di ogni persona onesta che rispetta il proprio stipendio con la propria presenza attiva, che agisce pro-attivamente, che rispetta chi sta accanto.
Furbi si diventa valutando la convenienza di un comportamento scorretto, tale comportamento va bandito.

martedì 4 settembre 2018

La sindrome del nido vuoto


Si definisce “sindrome del nido vuoto” quel senso di solitudine che invade i genitori di un figlio/a che ha appena lasciato casa per intraprendere una nuova vita per proprio conto. 
Il giorno del saluto viene spesso ricordato tra i giorni più brutti e spesso si innesca un circolo vizioso misto di stati ansiosi e depressivi, con grande tentazione di contattare il figlio. 
La sindrome del nido vuoto va innanzitutto prevenuta in tempo, attraverso una attenta riflessione su un concetto che spesso il genitore dimentica: il figlio è una persona libera, ed ha il diritto di fare una vita in libertà. Tale concetto va di pari passo col concetto di amore libero, nel senso di “non possessivo”. Se infatti si vuol bene veramente una persona, va lasciata libera. 
La sindrome del nido vuoto è quindi una reazione naturale ad una mancata educazione all’amore, la stessa reazione che, a volte, in maniera spropositata si manifesta quando avviene una separazione.
Quando nasce un figlio dovremmo quindi ripetere a noi stessi, ogni giorno, che il vero compito di un genitore è quello di riuscire a mettere in condizioni il proprio figlio a inserirsi nella società, privilegiando le nozioni del rispetto, dell’adattamento e dell’intraprendenza. Riuscire ad inserire il proprio figlio nella società significa affievolire tutti gli stati ansiosi e depressivi che sono tipici della sindrome del nido vuoto con risvolti positivi per tutti.

giovedì 14 giugno 2018

Lo Psicologo, sfatiamo i luoghi comuni



Nella maggior parte dei casi una persona ha concetti errati sul ricorso all’aiuto psicologico. Cerco di fare chiarezza sui principali punti di distorsione:
·         Non si va dallo psicologo perchè si è matti. Lo psicologo è un professionista specializzato nel comprendere il disagio di persone normali. Spesso abbiamo le soluzioni del nostro problema davanti agli occhi, ma le nostre abitudini, le nostre convinzioni, i nostri errori di valutazione non ci permettono di vedere una via d’uscita.

·         Le terapie non sono troppo lunghe. Ogni psicologo lascia libero il paziente sulla durata di ogni terapia. Lo scopo di uno psicologo serio è di fornire ad una persona gli strumenti necessari per superare i disagi. Normalmente dopo una serie minima di sedute viene fornito un referto con i risultati dei colloqui e dei test effettuati per valutare una strategia operativa. Questo consente alla persona di superare autonomamente i disagi medio bassi, e comunque viene lasciata la porta aperta per sedute singole di aggiornamento. Nei casi più semplici entro cinque sedute si risolve il problema.

·         Lo psicologo non costa tanto. I costi indicativi delle sedute psicologiche sono consigliati dall’Ordine Nazionale degli Psicologi e sono consultabili in qualsiasi momento (nomenclatore). Di norma il costo di una seduta psicologica, che è detraibile dal proprio reddito, bilancia di gran lunga il benessere ottenuto. In ogni caso, alla prima seduta lo psicologo deve fornire tutte le indicazioni su costo totale e durata del trattamento in merito al disagio presentato.

·               I farmaci non sono l’unica soluzione. Molti disturbi sono di natura psicologica, il farmaco spesso risolve il problema, ma lascia sempre effetti collaterali. Ottenere una risoluzione del problema per via psicologica è sempre vantaggioso.

·          Non è come nei film. L’immagine che viene data dello psicologo è spesso stereotipata e non sempre rispondente al reale. Lo psicologo è una persona con cui colloquiare senza temere di essere giudicati.

lunedì 5 marzo 2018

Disfunzione erettile



La disfunzione erettile è un disturbo altamente invalidante a livello psicologico. La causa primaria riguarda il mancato flusso sanguigno nell’organo sessuale maschile, e può dipendere da una serie di fattori fisici, psicologici o indotti da sostanze. Per tale motivo occorre indagare attentamente sulle abitudini della persona interessata. Vi sono diversi rimedi per superare il disturbo fisico relativo alla disfunzione erettile e far fluire il sangue nell’organo sessuale maschile, tra le più comuni vi è la sollecitazione chimica attraverso inibizione dell’enzima fosfodiesterasi 5, che normalmente inibisce il flusso sanguigno nel pene, tramite pillole, o la vasodilatazione dei corpi cavernosi del pene attraverso iniezioni locali di sostanze attivanti.


giovedì 15 febbraio 2018

Depressione


…è una perdita parziale o totale di interesse verso qualsiasi ambito vitale.
Manca l’entusiasmo, ci si sente inutili….
E’ solo una sensazione, la vita continua e riserva ancora bei momenti. Bisogna quindi mettersi in condizione di superare tale stato. L’umore depresso può dipendere da educazione, percezione di mancanza di affetto, ma anche da stati fisiologici particolari, come quelli che seguono un parto, del tutto normali. La vita ci riserva questi momenti, così come altri momenti più accettabili, l’importante è riuscire a comprendere, che, comunque sia, tale stato non è costante e abbiamo dentro di noi tutte le potenzialità per superare ogni stato depressivo. A volte un aiuto è necessario….

venerdì 9 febbraio 2018

Ansia


…è forse l’aspetto che più incide sul benessere. A volte, anche se non si è in presenza di una vera e propria diagnosi di disturbo psicologico di qualsiasi genere, si vive in uno stato di tensione tale da inibire ogni forma di rilassamento. Pensieri ci assillano, paure ci rovinano ogni forma di rilassamento….. Ecco questa è ansia. Si va poi alle forme più gravi che vanno dagli attacchi di panico alla incapacità di sbloccarsi di fronte ad una situazione specifica o alla paura di stare in mezzo agli altri. Le forme ansiose sono varie. Alla base di tutto vi è quasi sempre un episodio dimenticato, ma può esservi di tutto…

domenica 4 febbraio 2018

Sessualità


…secondo Freud dietro un problema psicologico vi è sempre un problema sessuale o riconducibile ad esso per mancanza o di sfogo sessuale o sensi di colpa postumi di natura culturale o traumatico. Secondo me Freud aveva visto correttamente la concausa sessuale nei disturbi psicologici e la sua teoria rappresenta la più grande rivoluzione culturale dell’umanità!
Dopo Freud le teorie psicologiche si sono evolute, grazie al lavoro encomiabile di Kinsey e dei coniugi Masters e Johnson, ma a distanza di un secolo molte delle esposizioni di Freud hanno ancora una base valida. Basta infatti approfondire le cause di un disturbo psicologico per notare che  vi è una attinenza, sia pur piccola, a sfoghi sessuali repressi o a sensi di colpa postumi.
Un approccio problematico relativo al sesso impedisce spesso alle persone di sfruttare in pieno, attraverso lo sfogo sessuale, la possibilità, del tutto naturale, di pulire la nostra mente dallo stress accumulato. Nella maggior parte dei casi alla base vi è un approccio culturale o esperienze traumatiche che quasi sempre si rivelano in sede di colloquio psicologico.
Ho scelto di specializzarmi in ambito sessuologico, dopo la laurea, proprio per questa mia visione dei problemi psicologici.

sabato 25 novembre 2017

Empatina più volte al giorno!



Non mi piace ricordare solo un tipo di violenza, mi sa di razzismo. Mi piacerebbe sentire un coro di "NO" ad ogni tipo violenza, soprattutto quel tipo di violenza psicologica che viene perpetrata giornalmente con comportamenti poco empatici (bullismo, mobbing, bossing, cultura delle raccomandazioni, stalking pubblicitario e non) dove le vittime purtroppo stanno in silenzio a subire perchè non possono fare altro, perchè non esiste una legge contro chi è poco empatico. La mancanza di empatia produce violenza, spesso inconsapevole, forse sarebbe corretto ricordare più spesso il rispetto per gli altri, a prescindere da genere, colore della pelle, credenze religiose o altro...... La cultura dell'empatia è il vero antidoto alla violenza!

martedì 26 settembre 2017

Furboni si nasce, ma a volte si va a piedi....



25 settembre 2017, ore 6,20, semaforo di via casal bertone, Roma. Una fila di automobilisti disciplinati attendono il verde, e, quando scatta, il solito "furbone" pensa bene di superare tutti, invadendo la corsia opposta, contromano, in presenza di doppia linea continua. Una scena che si osserva giornalmente a Roma. Ma stavolta incolonnata vi sono anche i Carabinieri che intervengono prontamente e dopo un breve inseguimento fermano il "furbone" in via Prenestina. Avrei voluto abbracciare quei Carabinieri! Il "furbone" per oggi (e per un pò di giorni) andrà a piedi. Un buon inizio di giornata! Grazie Arma.

lunedì 29 maggio 2017

Cartomanzia, omeopatia e altri miracoli ovvero il potere dell'ignoranza

L'ignoranza fa paura perchè l'ignorante non sa di esserlo. L'ignorante è convinto che la propria realtà sia la vera realtà, così basa la propria conoscenza attraverso una spirale di autoconvinzioni senza fondamento scientifico. Dietro l'ignoranza ci sono i peggiori aspetti dell'umanità: il razzismo, l'integralismo religioso, le false credenze a sostanze miracolose o a interventi che poco hanno a vedere con la realtà oggettiva. Così capita che si crede ad un oroscopo pensando che alcune costellazioni a migliaia di anni luce da noi possano addirittura influenzare il nostro destino, si crede che una sostanza unta da un santo possa guarire, si crede che una medicina alternativa sia migliore di farmaci ufficiali e si crede persino che chi ha la pelle di un certo colore possa essere più cattivo di un altro. Basterebbe pensare, accendere il cervello per qualche minuto per capire che la nostra realtà è relativa alla nostra ignoranza. Tutti siamo ignoranti in qualcosa, ma questo non giustifica il fatto che il nostro comportamento debba essere influenzato dalle nostre convinzioni errate. Prima di decidere occorrerebbe pensare, farsi supportare da dati scientifici e oggettivi perchè solo così potremmo migliorare la nostra condizione.

giovedì 11 maggio 2017

Disturbo antisociale


Il disturbo antisociale è in realtà un disturbo sociopatico. Alcuni individui non riuscendo a inserirsi nella società in modo positivo, cominciano prima a chiudersi in sè, cominciando a maturare odio verso gli altri, passando poi a vie di fatto con comportamenti di provocazione e prevaricazione. L'antisociale si sente realizzato quando può dare fastidio in qualche modo e intensifica la gravità della propria condotta in modo proporzionale alla brama di essere notato. Normalmente è caratterizzato da sottocultura, e comunque da incapacità. E' spesso associato a disturbi sessuali gravi quali disfunzione erettile o anorgasmia e carente di sfogo sessuale (spesso tende a possedere oggetti grandi e costosi per compensare tale carenze). Alla base del comportamento asociale vi è una assenza oggettiva di esempi autorevoli associati a mancanza di controllo. Essendo fondamentalmente un vile a volte basterebbe la sagoma di un agente di polizia per distogliere tale individuo da comportamenti incivili. La pericolosità dei soggetti antisociali è amplificata dagli strumenti civili di democrazia. Il voto dell'antisociale è generalmente indirizzato verso estremismi e persone che basano il proprio potere su clientele.

venerdì 5 maggio 2017

Festival Psicologia

Anche quest'anno l'Ordine degli Psicologi Lazio ha organizzato il Festival della Psicologia. Dal 25 al 29 Maggio gli Psicologi aderenti offrono primo incontro gratuito e tariffe minime. Attenzione occorre compilare l'apposito form su: http://festivalpsicologia.it/psicologi/giuseppedimaria

#FestivalPsicologia