lunedì 24 giugno 2019

Il conflitto


Quando si oltrepassa il limite dell'accettabile vi sono due possibilità: o si soccombe o ci si ribella. La prima ipotesi non è generalizzata, si può scegliere di soccombere un certo numero di volte, accettando una situazione inaccettabile, ma normalmente non ci si tira indietro sempre. Il più delle volte ci si adatta in attesa di una evoluzione che avviene solo se la controparte è intelligente. Nella maggior parte dei casi ci si ribella, se non subito, dopo aver sperimentato che l'accettazione non porta alcun beneficio. Il conflitto tra le persone nasce quindi da una ribellione verso una modalità singola o istituzionale che non è lineare e non rispetta le regole. La dialettica interpersonale porta spesso a diffidare di chi si ribella in quanto il nostro status psicologico è più propenso al mantenimento di uno status quo e non vede mai di buon auspicio un conflitto. Così capita che chi di fatto ha causato una situazione inaccettabile passa da vittima di un conflitto. Col tempo però tutto cambia. La riflessione postuma riabilita quasi sempre chi si ribella (nessuno si ribella senza motivo) e il tempo restituisce la giusta visione di una situazione. 
Da tutto ciò si evincono diversi insegnamenti: 
1) non bisogna mai giudicare; 
2) non dare per scontata una buona fede millantata; 
3) informarsi sempre sui fatti; 
4) prima o poi si ribellano tutti ad una sopraffazione. Giocare col fuoco non è salutare.....

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