martedì 23 giugno 2015

Psicologia

 Datemi un uomo sano di mente e lo curerò per voi!
(C. G. Jung)


Questa nota frase di Jung non è una semplice battuta. Il benessere di ogni persona dipende da tanti fattori che però hanno un punto in comune: la percezione di sè. Se una persona non riesce a stare bene con sé o interagendo con altre persone, non sempre è colpa di altri. La causa di insoddisfazione riguarda, nella maggior parte dei casi, concetti che sono stati elaborati in modo errato o disfunzionale per abitudini apprese, esperienze, educazione. Vi è un rimedio per verificare lo “Status” di ognuno di noi e questo rimedio si chiama “Psicologo”. Lo Psicologo ha studiato le varie sfaccettature della personalità umana, le disfunzioni più ricorrenti, la genesi dell'umore. Inoltre ogni Psicologo è garante di discrezione, è tenuto al segreto professionale e all'utilizzo di test approvati dalla comunità scientifica. Nella cultura americana lo Psicologo è un supporto normale per ogni persona, nella cultura europea si fa fatica ad accettarlo, anche se si registra una inversione di tendenza. 

la Psicologia moderna nasce nel 1879 a Lipsia, ma è solo con Sigmund Freud che esce dal guscio delle teorie percettive e strutturaliste per entrare all'interno della mente umana in un groviglio di sensazioni, influenze e autosuggestioni che entrano in gioco nel benessere umano attraverso ansia, somatizzazione e depressione. Ma Freud diventa famoso in tutto il mondo per un semplice motivo non secondario: ha alzato il velo ipocrita sulle pulsioni sessuali degli uomini e soprattutto delle donne, illuminando quella che è la vera essenza umana del benessere. Con le teorie di Freud inizia la vera liberalizzazione della donna, contrariamente alle accuse di maschilismo di cui era stato fatto oggetto. Con Freud infatti le donne scoprono di poter avere una propria sessualità, libera e indipendente, senza autofrustarsi in sensi di colpa e isterismi, e gli uomini, di conseguenza, hanno potuto riflettere sulle tante ipocrisie che accompagnano l'attività sessuale. Si scopre così che la psiche si appoggia alla attività sessuale per sfogare le frustrazioni e che il benessere psicologico è strettamente correlato ad una buona attività sessuale. Non è stato facile affermare tutto ciò e ancora, dopo un secolo dalle prime teorie Freudiane, si fa fatica ad accettare la libertà sessuale delle persone e molti si costruiscono una gabbia morale per errate convinzioni o per una educazione particolarmente repressiva. Molte culture fanno fatica ad accettare lo Psicologo come trainer cerebrale e si tende a negare i propri problemi. Personalmente penso che Freud, e tutti coloro che hanno contribuito ad alzare il velo sulle pulsioni primarie dell'uomo, hanno liberato la cultura umana da una dittatura morale, con una passione degna di grandi rivoluzionari. 

Congresso Internazionale Psicoanalitico, 1911. Freud and Jung al centro.
Prima fila da sinistra: 1) Poul Bjerre 2) Eugen Bleuler 3) Maria Moltzer 4) Maria Gincburg 5) Lou Andreas-Salomé 6) Beatrice M. Hinkle 7) Emma Jung 8) M. von Stack 9) Toni Wolff 10) Martha Boeddinghaus 11) Franz Riklin.
Seconda fila sempre da sinistra: 1) Otto Rank 2) Ludwig Binswanger 3) Oskar Rothenhäusler 4) Isidor Sadger 5) Oskar Pfister 6) Sándor Ferenczi 7) Sigmund Freud 8) Carl Gustav Jung 9) Karl Abraham 10) unknown 11) W. Wittenberg 12) James J. Putnam 13) Ernest Jones 14) Wilhelm Stekel.
Terza fila da sinistra: 1) Jan Nelken 2) Ludwig Jekels 3) Max Eitingon 4) Leonhard Seif 5) Karl Landauer 6) A. Stegmann 7) unknown 8) unknown 9) Guido Brecher 10) Alfred von Winterstein 11) Johannes Jaroslaw Marcinowski.
Quarta fila: 1) Rudolf Foerster 2) unknown 3) Abraham Arden Brill 4) Alphonse Maeder 5) Jan Egbert Gustaaf van Emden 6) Paul Federn 7) unknown 8) unknown 9) Adolf Keller-
Quinta fila 1) Eduard Hitschmann 2) unknown 3) unknown 4) unknown.

La Psicologia si fa strada nel XX secolo, dopo le guerre che hanno infiammato il mondo. A dire il vero l'impulso più forte arriva dagli Stati Uniti, dove, sia per cultura, sia per aver constatato l'effetto terapeutico delle teorie psicologiche inizialmente nella cura dei militari americani per il fenomeno noto come PTSD (disturbo post-traumatico da stress) e in seguito per la diffusione dei disturbi legati allo stress. Una grande spinta arriva dal movimento cognitivista che apre alle teorizzazioni sul funzionamento cerebrale e dall'avvento delle neuroscienze grazie all'evoluzione della tecnologia, con i primi microscopi elettronici e i moderni test di analisi che hanno consentito di indagare come realmente funziona il cervello umano. La Psicologia si allontana quindi dalle teorizzazioni per avvicinarsi sempre più alla realtà umana, ma rimane comunque ancorata alle ipotesi Freudiane evolute attraverso le teorie di Bowlby, Ainsworth, Main, Kaplan, Fonagy, Target e i modelli della personalità di Allport, Cattel, Eysenck, Costa, Mc Crae, Widinger, Kernberg e tanti altri ancora che costruiscono una vera mappatura della personalità umana. Ai nostri giorni la Psicologia è dibattuta soprattutto per vari temi legati alla sessualità e per il dramma sempre più diffuso dei disturbi ansiosi e depressivi chiaramente ispirati dalla vita moderna. Comunque la si consideri la Psicologia, quella fatta da "figure nobili", dove la passione prevale sul guadagno, è l'unica vera risorsa sanitaria che privilegia il rapporto umano all'intervento farmacologico o chirurgico.


sabato 28 marzo 2015

Calo del desiderio sessuale per chi dorme poco


Calo del desiderio sessuale per chi dorme poco


Da uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Sexual Medicine sembra vi sia una relazione diretta tra la quantità di ore sonno e il livello di desiderio sessuale….. (leggi tutto)

giovedì 26 marzo 2015

Lo Psicologo, sarebbe ora....


Il 25 marzo potrebbe considerarsi la giornata mondiale della nevrosi trascurata. Nel caso qualcuno volesse delle conferme, in tale data è emerso un disagio mentale che suona come una sveglia nella percezione di normalità. Due episodi di cronaca, molto gravi, hanno infatti richiamato prepotentemente l’attenzione sul fatto che negare un disagio psicologico potrebbe avere conseguenze letali per sè e per tanti altri. Un sottile filo lega infatti un ragazzo, pilota di linea e due signori, appartenenti ad una delle istituzioni più autorevoli al mondo, i carabinieri, che per una serie di evoluzioni mentali scelgono due tipi di condotte devastanti che hanno portato a lutti e traumi. Non voglio portarla alle lunghe, anche perché mi rendo conto che il mio personale punto di vista è di parte, ma penso che se ancora, di fronte a questi episodi, qualcuno si crede di essere forte e indipendente dal suono di tanti campanelli d’allarme che ci rendono psicologicamente labili e vulnerabili, allora l’umanità si sta veramente avviando verso la follia collettiva…..
Penso che lo “psicologo di riferimento”, istituzionalmente determinato, per ogni persona, a prescindere dalla longitudine e dalla latitudine, sia da tenere in seria considerazione da chiunque ha responsabilità pubbliche.



domenica 15 marzo 2015

Internet Addition Disorder


IAD: la dipendenza da Internet diventa patologica

Il sintomo principale è la perdita di interesse, la persona sta bene solo se collegata in rete, anche senza uno scopo ben definito…. (leggi tutto)
Test: http://www.escteam.net/test/ (gentilmente concesso da escteam)

mercoledì 11 marzo 2015

Quando la notizia crea ansia...

Uno dei principali argomenti di dibattito attuale riguarda l’aspetto etico della libertà di stampa e le implicazioni legate alla diffusione di notizie che possono creare disagio o veri e propri problemi ansiosi. Dalla nota vicenda su “charlie hebdo” alla diffusione di notizie riguardanti le azioni dell’ISIS ci si chiede fino a che punto la libertà di stampa può spingersi senza provocare situazioni pericolose, controproducenti se non vero e proprio appoggio a terroristi. Ciò che infatti trasforma il fatto in una notizia è la sua pubblicazione, ma spesso la notizia può diventare spot e servirsi del diritto di cronaca per pubblicizzare azioni che creano disagio a chi le ascolta. Che la stampa sia veicolo di manipolazione mediatica sembra essere evidente, ma allora bisognerebbe anche chiedersi: è giusto che la satira invada il campo delle credenze religiose o prenda di mira difetti fisici? Fino a che punto è bene sapere che un bambino sia stato trasformato in assassino? E’ costruttivo divulgare notizie sottolineando la nazionalità o il colore della pelle di chi compie azione delittuose? Deve la notizia comprendere commenti o il diritto di cronaca deve limitarsi a raccontare? Qualcuno si è mai posto il problema delle implicazioni psicologiche di chi legge o ascolta una notizia?

domenica 8 marzo 2015

Disabili a Roma...

Camminando per Roma salta all'occhio il grande numero di automobili col contrassegno per disabili. Come persona non si può rimanere indifferenti di fronte tale dato. Vi sono infatti due motivi di riflessione:
1) se effettivamente è reale il numero di tali disabili allora la città di Roma può essere considerata una città veramente sfortunata e in questo caso sarebbero da analizzare le cause di una tale concentrazione;
2) se tali contrassegni sono finalizzati solo alla possibilità di parcheggiare facilmente ovunque o avere facili vie di accesso tra i divieti della capitale, allora ci sarebbe da riflettere sull'elevato numero di disabili mentali che preferiscono per "vie traverse" accedere ad una agevolazione umanitaria senza averne diritto.
Mi vengono sempre in mente in questi casi tre persone che hanno segnato la mia vita e che hanno realmente capito che la mafia non è un fenomeno delinquenziale, ma è una cultura, una distorsione psicologica che spinge l'uomo a pensare che le leggi appartengono agli "altri" e che per loro ci sia sempre una scorciatoia. Questo ha fatto paura a molti!

“….se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.” (Carlo Alberto Dalla Chiesa)

“…..perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore basta che ognuno faccia il suo dovere!” (Giovanni Falcone)


“….la lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” (Paolo Borsellino)

venerdì 20 febbraio 2015

Stress e adattamento

Nel nuovo Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM 5) uscito a maggio 2013 è stato valorizzato un gruppo di disturbi tutti riconducibili ad eventi traumatici e stressanti. Tale categoria di disturbi che rientravano in larga parte nei disturbi ansiosi e nei disturbi dell’adattamento nel precedente Manuale, emergono ora in un unico capitolo dedicato. La cosa non deve sorprendere. Negli ultimi dieci anni i disturbi legati a stress e trauma sono aumentati in modo esponenziale veicolati dai mezzi tecnologici e di informazione invasiva, rappresentando oggi una delle cause preminenti di mancanza di benessere. Si ammette quindi che lo stress non può essere conseguenza esclusiva di un trauma, ma anche di un certo tipo di vita che mal si adatta alla frenesia moderna e ai ritmi imposti dalle esigenze consumiste. L’adattamento non è però solo finalizzato ai ritmi di vita. I cambiamenti del ciclo vitale spesso ci conducono verso condizioni stressanti per relativa o totale mancata accettazione dei nostri naturali cambiamenti fisici. Tra questi si possono annoverare le reazioni ai cambiamenti conseguenti al parto, solitamente reversibili e i cambiamenti relativi all’età. Le fasi più delicate riguardano il compimento degli “anta”, 40, 50, 60 ecc. La scansione decennale del nostro ciclo di vita, se da una parte è motivo di orgoglio, dall’altra ci impone il superamento degli inevitabili e naturali effetti collaterali degli anni. Si manifestano nella maggior parte dei casi la caduta dei capelli, il diradamento e l’imbiancamento dei peli corporei, abbassamento del tono muscolare, dell’attività sessuale, della memoria. Il tutto aggravato spesso dallo stress dovuto al mantenimento del posto di lavoro, con ritmi sempre più frenetici che non consentono una pausa ricreativa. Il consiglio dello Psicologo in questi casi è quello di accettare consapevolmente i cambiamenti come conquista di vita e non come disagio e di concedersi delle ricariche vitali, come qualche giorno in un centro di benessere o di sano relax, possibilmente ignorando quelli che sono i maggiori veicoli di malessere dovuto a stress: smartphone, computer e ogni forma di vita surrogata o virtuale.

lunedì 12 gennaio 2015

La cultura psicologica...

...in Italia manca la cultura psicologica. Vi è la tendenza a rimuovere i problemi interiori. Eppure basta guardarsi intorno per accorgersi di quanti problemi psicologici irrisolti vi sono tra le persone. Nessuno è immune. Ognuno di noi ha i propri e spesso ne è inconsapevole. A volte basta poco per risolverli. Basterebbe guardare le cose da un'ottica diversa per sentirsi meglio.
E' difficile avere consapevolezza del proprio disagio, ma è ancora più difficile cambiare da soli. I sintomi dell'insoddisfazione sono nascosti, non si notano, ma causano disagio. I più diffusi si manifestano a livello familiare, altri si associano alla sessualità, poi tanti legati al lavoro e tanti dolori somatici.
In molti casi l’aiuto può arrivare dalla Psicologia che ha il compito, non semplice, di scoprire le parti nascoste della coscienza che causano un disagio. Alla base di tutto vi sono esperienze passate, verità che non vogliamo accettare, oppure uno scarso adattamento alla vita di tutti i giorni, alle persone a noi vicine e ai nostri cambiamenti fisiologici. Gli Psicologi sono persone che hanno studiato i modi diversi di percepire gli aspetti della vita quotidiana. In ogni caso uno Psicologo che ha passione per il proprio ruolo, può aiutare ogni persona a risolvere problemi piccoli e grandi, o direttamente, attraverso le proprie competenze, o inviando la persona ad un collega più competente.