martedì 17 marzo 2020

Sindrome da ragionier Filini


Quanti di noi hanno avuto l'esperienza di un collega iperattivo? Quanti di noi sono stati coinvolti in iniziative continue, solo perchè si organizzava in modo invadente a nome di tutti? E' la sindrome da ragionier Filini, disturbo psicologico comune, resa pubblica dalla genialità di Paolo Villaggio magistralmente interpretata da Gigi Reder. Il ragionier Filini è la trasposizione dell'ADHD in chiave adulta, una iperattività prorompente, assoluta, senza possibilità di contraddittorio, invasiva. Persona capace di attaccarsi ad ogni potenziale appiglio che gli possa consentire un seguito interessato e non contestabile. E' quello che fa i moduli. E' quello che alimenta la burocrazia. E' quello che stampa tutto. Oltre a ciò crea iniziative che piacciono a chi ha potere o ad una parte politica incline alla beneficenza e dalle quali è difficile, se non impossibile, sottrarsi. Spesso il "ragionier Filini" di turno è interessato a farsi notare. E' quello che attira più lavoro per tutti, che dirige, che coordina. Per non parlare di cene o ritrovi. Psicologicamente è a metà strada tra il disturbo istrionico di personalità e le teorie sul gruppo di Gustav Le Bon / Sigmund Freud / Kurt Levin. La massa è sempre alla ricerca di una guida ed è questa la forza del ragionier Filini, una logica comoda, paciona, ma che rischia di trasportarci verso un'incapacità di reclamare la nostra libertà, di andare controcorrente, di rimanere avvinghiati in una ragnatela organizzativa. Un appello a tutti i "Filini" in lettura: concentrate il vostro piacere su di voi, evitate di guardare gli altri come "compagni", a molti piace vivere la propria vita da soli in autonomia.

mercoledì 11 marzo 2020

Sindrome dell'untore ovvero il trionfo dei pregiudizi


Il cosiddetto coronavirus, nella sua drammaticità, non è il solo problema dell'umanità anzi, dovremmo essere grati al virus per aver manifestato un altro virus ancora più antipatico e contagioso: il pregiudizio. Da quando si è diffuso il coronavirus si è scatenata l'apologia del pregiudizio. Prima contro i cinesi, tutti i cinesi, ingiustamente colpevoli di spargere il virus. Dopo qualche giorno i cinesi siamo diventati noi, anzi, "quelli di Codogno" prima, poi "i milanesi", quindi "i lombardi" e infine "gli italiani". Non è difficile immaginare che tra qualche giorno tutti gli europei, gli stessi che hanno alzato i muri, si ritroveranno ad essere evitati. Quelli che sono fuori di volta in volta additano all'untore, salvo poi accorgersi di essere dentro anche loro. Ma non solo, viviamo di tanti pregiudizi che ci avvelenano esattamente come un virus. Viviamo di altri-cattivi, italiano-buono. E dentro l'italia in ogni campanile vi è un cattivo diverso da noi.... per il pregiudizio però vi è già un vaccino, si chiama apertura mentale, è gratuito e si trova in tutte le librerie, quelle serie.

"E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" (A. Einstein)