giovedì 11 dicembre 2014

Life Skills: lo sviluppo delle abilità per la vita


Life Skills: lo sviluppo delle abilità per la vita

Le Life skills possono considerarsi “vitamine psicologiche” che ci preservano da problemi di adattamento ai cambiamenti….. (leggi tutto)

martedì 9 dicembre 2014

Loris

La vicenda del povero Loris appare agli occhi del cittadino “onesto” crudele e drammatica. Tutti addosso a meravigliarsi della crudeltà di una vicenda che ci rende sgomenti e attoniti. Eppure la morte di un bambino innocente non può chiudersi con la condanna di un singolo. Mi auguro che da subito finisca la immorale speculazione di giornalisti e manipolatori verso una vicenda che ci vede tutti colpevoli. Si proprio tutti noi. Dietro la morte di Loris c’è tanta disperazione, tanta leggerezza tanti visi voltati da un’altra parte. E’ una colpa divisa per 50 milioni di persone che ormai vivono nell’indifferenza di fronte alla mancanza di servizi, di fronte la vita infelice e disperata di persone veramente abbandonate. E’ veramente inutile indignarsi. Dietro la morte di Loris c’è una madre bambina, vissuta in un ambiente arido di affetto e cresciuta troppo in fretta nella civiltà del mondo occidentale. Dietro la morte di Loris vi è un’assenza pressoché totale di servizi sociali, di garanzie verso i minori, di psicologi ritenuti ancora i “medici dei matti” e mi sia consentito, di educazione sessuale. Dietro la morte di Loris vi è la fame di sensazionalismo che volevano a tutti i costi un mostro, vi è la morbosità di chi ha raccontato certi particolari e di chi li ha ascoltati, vi è la colpa addossata a tizio e a caio e l’infamia di chi ha addirittura fatto trovare piccoli slip sul luogo del crimine. Mi chiedo che sviluppi avrebbe potuto avere l’inchiesta senza i fatti forniti dalle telecamere, probabilmente si sarebbe consegnato il primo indiziato utile alla fame di giustizia di tutti i cittadini “onesti” che si sarebbero identificati nel giusto corso delle cose…. e tutti sarebbero vissuti felici e contenti!

domenica 23 novembre 2014

Sex Education

L’educazione sessuale è la grande assente nei programmi scolastici istituzionali. Da anni relegata al buon senso e alla preparazione degli insegnanti, nascosta in un cantuccio tra gli argomenti di scienze naturali, trattata con distacco e fretta per paura dei commenti ironici dei ragazzi, l’educazione sessuale è stata lasciata alla deriva nella navigazione verso la cultura. Un naufrago eccellente nella nave della sapienza dove, se andava bene, si salvava dalle acque e si metteva una coperta sopra. Negli ultimi decenni l’evoluzione socioculturale ha avuto un incremento esponenziale, basta solo immaginare i cambiamenti delle nostre abitudini, consuetudini e perché no, ansie, dovute all’uso massiccio di mezzi di comunicazione sempre più sofisticati. Questo ha favorito socializzazione e informazione, soprattutto in formato virtuale, ma anche scambi e conoscenze. Il sesso si consuma in modo spesso frenetico, spesso inadeguato e spesso condizionato da conoscenze distorte da cattiva educazione o apprendimenti errati. Un programma minimo di educazione sessuale dovrebbe essere previsto in tutte le scuole di ogni ordine e grado, gradualmente, ma in maniera costante, in modo da avere chiare quelle poche regole che, se mal interpretate, possono essere causa di disagio giovanile per la manifestazione di disfunzioni, per la trasmissione di malattie o per l’insorgenza di gravidanze indesiderate (è nota l’escalation di gravidanze indesiderate registrate negli ultimi tempi anche in Italia*). Eppure per evitare ciò occorrerebbero poche regole, ma chiare, come una corretta informazione sul funzionamento degli organi sessuali o l’uso del profilattico. Negli ultimi tempi i Dirigenti Scolastici più emancipati hanno stanziato risorse su progetti singoli di informazione ed educazione ad una corretta sessualità, ma per raggiungere un’efficacia accettabile occorrerebbe un richiamo annuale sui temi della sessualità affidato ad un psico-sessuologo, una formazione di base agli insegnanti e uno sportello virtuale sempre pronto a togliere ogni dubbio su qualsiasi problema della sfera sessuale. Un impegno particolare deve essere adottato anche nel fronte psicologico. Bisogna infatti evitare che certe barriere mentali siano di ostacolo alla formulazione di quesiti sul sesso, e su questo potrebbe essere di aiuto il supporto online.



giovedì 13 novembre 2014

Dottore sono normale?

Non c’è niente di più soggettivo della propria sessualità. Quando una persona mi domanda se la propria sessualità, regolarmente espressa senza problemi, è “normale”, la risposta è certamente affermativa fatto salvo i casi nei quali la propria sessualità va a invadere la libertà o il benessere di altre persone. L’evoluzione della comunicazione di massa, attraverso forme di audiovisivi, che fanno da modello verso il concepimento delle nostre abitudini sessuali, sta influendo, ahimè, soprattutto sulla fascia giovanile, come una pesante interfaccia emulativa, a confronto della quale molti si percepiscono non adeguati. Così capita che in mancanza di un modello istituzionale, quale potrebbe essere quello divulgato in un ambito scolastico o in uno studio psicologico, la persona crea un “modello” di sessualità che è esattamente lo specchio di ciò che viene proposto attraverso la divulgazione assolutamente ingannevole dei mezzi di comunicazione, internet in testa. Si creano falsi miti in merito alla durata, alle dimensioni dei propri attributi maschili o all’avvenenza femminile, al numero degli orgasmi, senza pensare che la sessualità è la forma più sublime e naturale per poter sfogare le proprie frustrazioni e come tale non può e non deve essere catalogata. Nell’espletamento della propria sessualità occorre solo tenere in considerazione che, in compagnia di un partner, occorre evitare di essere egoisti, ma remare insieme verso un piacere individuale condiviso. A questo punto vorrei sfatare alcuni miti. In merito alla durata non esiste uno standard di fruizione del piacere sessuale. L’orgasmo si consuma in un arco di tempo, che secondo il nuovo Manuale dei Disturbi Mentali non può essere inferiore al minuto per gli uomini (in tal caso si configura come eiaculazione precoce), mentre, se non raggiunto, si parla genericamente di disturbo dell’orgasmo, con tutta una serie di implicazioni che sarebbe riduttivo trattare in questa sede. L’orgasmo femminile è poi più elaborato rispetto quello maschile e richiede più coinvolgimento emotivo, facendo, a mio modesto avviso, la sessualità delle donne una sessualità superiore qualitativamente. Si può comunque affermare che, per ciò che riguarda l’orgasmo, quando non si incorre in problemi fisici o derivanti da farmaci, vi sono, nella maggior parte dei casi,  implicazioni di tipo ansiose, e basta questo per configurare la maggior parte dei disturbi relativi all’orgasmo come disturbi a base psicologica che possono avere origini remote, come ad esempio i sensi di colpa. Detto ciò passiamo a sfatare il mito delle misure. Il piacere sessuale non controlla il mezzo, ma il fine. Questa semplice frase apre le porte a tutta una serie di persone, che pensano che il piacere sessuale sia correlato ad una dimensione o ad una durezza particolare o addirittura ad una età. Secondo la legge si può liberamente fare sesso tra persone consenzienti dalla maggiore età in avanti e questo vuol dire che legalmente non ci sono limiti di età, sempre che non vi siano fini diversi dal piacere reciproco. Ben venga quindi la sessualità anche negli “–anta” inoltrati, a dispetto di tutte le convenzioni a riguardo di menopausa e della cosiddetta andropausa che rappresentano solo dei passaggi fisiologici che nulla tolgono alla possibilità di fruire ancora di piacere sessuale. E’ quindi intuibile che il sesso può essere usufruibile come e quando si ha voglia, nei modi e nelle circostanze che includono piacere e simpatia, al di là di ogni formalismo suggerito dagli stereotipi. Infine il numero degli orgasmi…. La variabilità umana configura persone ipoattive o iperattive, in dipendenza agli equilibri ormonali che regolano il piacere sessuale. Il fatto di essere in un certo modo non vuol dire stare male, almeno in linea teorica. Per quanto riguarda la pratica possono essere presenti problemi relativi a partner con diverso equilibrio ormonale. Oggi la medicina aiuta molto a superare, o meglio a ritoccare, l’equilibrio personale di ognuno di noi, per il fattore psicologico però ognuno deve trovare dentro di sé il piacere di avere una gradevole vita sessuale. In pratica, voglia e desiderio non sono esattamente la stessa cosa e la sottile differenza tra i due fattori risiede nell’emozione che una azione o una compagnia restituisce. Detto ciò spero di aver aperto una piccola breccia nei muri mentali che imprigionano la libertà sessuale di ognuno di noi. Sicuramente tale trattazione è fin troppo sintetica, ma mi riservo di entrare nel merito relativamente alle segnalazioni e alle domande che eventualmente verranno poste da chi legge queste righe. Buona sessualità a tutti.

sabato 27 settembre 2014

Nomofobia: dipendenza dal cellulare


Nomofobia: dipendenza dal cellulare


Quando lo Smartphone rappresenta il mezzo per entrare in un mondo bellissimo. Inevitabile in un mondo in cui i rapporti umani diventano….

domenica 7 settembre 2014

Sesso Virtuale: dal cybersesso al texting


Sesso Virtuale: dal cybersesso al texting

Negli ultimi anni, grazie alla crescita esponenziale dei mezzi di comunicazione, il ricorso al sesso virtuale è aumentato. Il sesso virtuale è una forma di sessualità caratterizzata dall’assenza di qualsiasi….. (leggi tutto)